Anche questo lo dovevo per forza riprendere 😀
Considera che all’epoca di suite seo online ne esistevano veramente poche e sicuramente non con tutte le funzionalità che prevedono ora 🙂
Uno dei tanti compiti che un SEO si ritrova giornalmente nel suo lavoro è cercare di stabilire la competitività di una serp.
Tralasciando i criteri di come formulare una buona offerta seo, di come stabilire i prezzi in un mercato senza un vero albo e un codice deontologico, vediamo insieme alcuni criteri che possono essere utili nello stabilire la difficoltà di posizionare un sito su Google per una certa keyword, in un dato settore.
Generalmente, quando mi ritrovo a fare questo tipo di analisi, guardo diversi fattori e mi avvalgo di strumenti differenti.
La prima cosa che faccio è “dare un’occhiata veloce” alle prime 4 pagine della serp, cosicchè da farmi un’idea generale di quanti seo lavorano nel settore: questa analisi la faccio in maniera grossolana, cercando di stabilire gli addetti ai lavori dalla presenza dei parametri di ottimizzazione on-site da cui si può riconoscere la presenza di un seo, come la keyword nell’url, nel title della pagina e nel meta description, nonostante quest’ultimo abbia quasi esaurito la sua forza vista la troppa facilità con cui era manipolabile in fase di ottimizzazione. In un secondo tempo, con l’analisi dei backlink, approfondisco anche questo di analisi cercando di farmi un quadro preciso dei seo convolti nel settore.
Secondo passo è vedere rapidamente la quantità dei collegamenti sponsorizzati offerti da AdWords: se presenti in modo da riempire solo la prima pagina, oppure se in numero elevato da coprire più pagine, se compaiono solo nella parte destra o anche in cima ai risultati organici. Di seguito apro il pannello Adwords e, utilizzando il keyword tool external, effettuo qualche stima sui probabili bid per capire quanto “vale” la keyword.
Fatto questo, cerco di avvalermi delle stime effettuate da tool come Seobook e Google Trends per capire quanto effettivamente la keyword viene ricercata e se ci sono altre keyword a cui puntare, almeno nel breve periodo, in grado di portare un discreto ritorno economico in fase iniziale.
Dopodichè effettuo qualche ricerca su Google utilizzando alcuni parametri per la ricerca avanzata, come intitle (all), inurl (all) e inanchor (all), guardando non solo il numero dei risultati restituiti ma soprattutto gli eventuali cambiamenti nell’ordinamento della serp, per riscontrare differenze con la serp principale. Controllo anche l’exact match e poi accendo il fido Seo Quake (estensione Firefox) e comincio a studiare in maniera approfondita i primi 40 risultati, tabellando non solo i risultati forniti da Seo Quake ma risalendo agli stessi parametri anche della home, nel caso nella serp compaia una pagina e non la home stessa.
Dei dati forniti da Seo Quake mi soffermo in particolar modo all’analisi dei backlink dei competitor: sappiamo infatti, che non è sufficiente sapere solo il numero di link che puntano ad una determinata pagina, ma diventa sempre più fondamentale capire il tipo e le informazioni passate: se a tema, se e quanto fidati, se provenienti da circuiti di affiliazione, directory o scambi link tanto per dirne alcuni.
Infine “olio di gomito” per cercare di interpolare i dati raccolti e riuscire ad avere un quadro completo.
Questo è un breve accenno di quello che faccio sempre per valutare la difficoltà di una keyword.
E voi? Qual’è il vostro modus operandi per stabilire la competitività di una serp?